“Dall’arte di vivere all’arte di essere: questa è OntoArte”

(Antonio Meneghetti)

Cos’è l’OntoArte®


L’etimologia del termine “OntoArte®” rimanda con estrema semplicità ad antiche radici: “onto”, dal greco “oν, oντoσ” participio presente del verbo essere. Ovvero, ritornare a ciò che l’arte è in essenza: perché recuperare il senso primigenio dell’arte sarebbe importante per ricominciare a distinguere tra un’arte che provoca benessere e concreto piacere da quella che, invece, produce o rinforza patologie.

Ritorno alle origini


Un’arte capace di raccontare l’uomo come “continuità del divino su questo pianeta” è sempre esistita: dalla stagione classica greco-romana, all’Umanesimo e al Rinascimento, ma non solo. È esistita un’arte capace di esaltare, di quest’uomo, “il senso perenne”, la forza, la grazia, l’azione perfetta, la responsabilità della sua tensione estetica, l’irrinunciabilità della sua tensione metafisica. È esistita un’arte che, fedele al suo senso originario - OntoArte in essenza - ha saputo consegnarci la ricerca (nell’arte greca) della sovranità olimpica incarnata, ha saputo consegnarci l’uomo cosmoteandrico di Giotto e Cimabue, l’umano ritratto dalla parte del divino di Raffaello, la presenza di grazia raccontata dal Beato Angelico, la felicità dell’individuo di cantare la propria bellezza in armonia con il trascendente, che ha segnato l’Umanesimo. Un’arte che ha saputo testimoniare il piacere totale dell’esistere, quale quella in cui un Michelangelo ha voluto esaltare l’uomo come capolavoro.

Le tappe di un percorso


Storicamente, la formalizzazione dell’OntoArte® arriva in fase successiva a quella dell’Ontopsicologia - fondata anch’essa da Antonio Meneghetti - che ne costituisce il fondamento teorico-pratico: dalla messa a fuoco delle reali dinamiche dell’inconscio umano, alla vera fonte della realizzazione vitale e della creatività. L’OntoArte® è dunque figlia di una visione globale dell’uomo e della sua vocazione estetica. Un pensiero che è stato esplicitato da Meneghetti, a partire dalla seconda metà degli anni ‘70, attraverso un’incessante attività di ricerca, confronto allargato con i massimi esperti internazionali, didattica, congressi e seminari sulla creatività.

Una tecnica interiore


“Tutta la grande arte è tale nella misura in cui è trascendenza, quindi non fantasia, non chimeriche evasioni, non teatralità di illusioni, non percussioni cieche per chissà quale mistero che poi rimbalza vuoto. Io credo in un’arte che è azione dell’anima, di un’anima che è capace dell’orizzonte dell’Essere e sa oggettivare questa trascendenza, in modo irripetibile, in un discorso, un messaggio, per cui è meraviglioso vivere, è meraviglioso esistere, è meraviglioso fare dialettica, è meraviglioso fare tanti discorsi sotto ogni profilo (scientifico, storico, sociale, etc.), in tutte le grandi trincee in cui i veri uomini credono nell’importanza di vivere per essere: ecco il sottofondo, la filosofia alla quale si appella questo tipo di arte, o meglio OntoArte®”.
(La musica come ordine di vita – A. Meneghetti, Ontopsicologia Editrice® 2006)

Il Bello


Un quadro, una scultura, una composizione musicale, una poesia, ma anche una piazza, l’arredamento,… possono essere espressione di patologia esistenziale o, al contrario, uno degli infiniti modi di storicizzare l’estetica.
Tutta l’OntoArte® è una filosofia di vita, cioè l’esercizio del piacere estetico nell’occasione dell’incarnazione mondana. Questo accade in tutti gli aspetti del nostro operare: quando provvediamo a noi stessi, la costante presenza di questo esercizio artistico, o esercizio del “bello estetico”, non è soltanto una necessità intrinseca alla nostra natura, ma è soprattutto una scelta.
Ogni oggettivazione deve essere un’opera d’arte all’interno di se stessa e deve portare ad un duplice risultato: l’effetto della funzionalità o sanità e l’effetto estetico, cioè del bello. Il fine intrinseco della natura umana non è arrivare a ripetere l’esistenza biologica, ma realizzare l’evoluzione psichica come fare estetico, dove il gioco rivela la semantica apriorica dell’essere. In sostanza, tutto ciò che riporta al bello in sé è OntoArte.

Intuizione e cinque sensi


“Artisti si nasce, non si diventa, tuttavia bisogna formarsi” (Antonio Meneghetti).
Per creare un’opera d’arte che sia presenza della vis vitale, presenza dello spirito, l’artista deve prestare massima attenzione ai cinque sensi: vanno educati, coltivati, sviluppati con costante tirocinio e rigorosa attenzione. Tutti i nostri sensi sono supporti tecnici alla nostra intenzionalità psichica: il pensiero in sé è il momento della sorgente dell’arte.
“Si può iniziare a parlare di vera arte quando sono presenti tre elementi: la sanità, la proporzione estetica, la creatività pura” (Antonio Meneghetti).